lunedì 12 novembre 2012

L'anima col jazz dentro

Sono alla mia scrivania e scrivo qualcosa.
Non so ancora bene a che porterà questa penna matta, né dove andrà.
Comunque sono alla mia scrivania, e questo è ciò che conta.
La musica jazz d'altri tempi si espande per l'aria che mi circonda.
Quattro mura ingiallite stanno qui ad osservarmi ; immobili, fredde, senza pietà.
Ed ascoltano, ascoltano. Ascoltano insieme a me questa dolce armonia fatta di chitarre, bassi e tamburi.
E' un continuo esprimersi d'anime, la musica jazz.
E' l'anima che si stacca dal corpo e s'eleva sino all'alto divino.
Cos'è un corpo senz'anima ? Un cadavere.
Inutile, sporco e freddo. Immobile.
E cos'è l'anima senza jazz ? Aria.
Molecole come tante altre, l'uguaglianza scialba della chimica naturale.
Ma un'anima col jazz dentro è un'altra cosa.
Questa prende forma e non quella del corpo.
E' una forma divina, è arte allo stato pure, ma, come ogni espressione d'arte, solo all'artista è lecito apprezzarla.
Chi è l'artista di un'anima col jazz dentro ?
Noi, nient'altro che noi stessi.
Io sono l'artista della mia anima col jazz dentro.

A volte la vedo volteggiare al ritmo di un assolo di batteria.
E' sensazionale, quest'anima col jazz dentro.
Mi vien voglia di raggiungerla, di farla mia e accompagnarla in questo frizzante ballo.
Ma ciò non è possibile, l'ho già detto più volte.
L'anima col jazz dentro è una cosa sola, è espressione d'una bellezza sovrumana ; essa non può essere imprigionata in un corpo qualsiasi.
Merita di vivere, di volare fino all'alto irraggiungibile.

Un corpo con l'anima che abbia il jazz dentro è il corpo di un artista.
Perché solo un artista può tenere a bada quest'anima ballerina.
E solo questi può contenere l'anima all'interno di un corpo dalle fattezze umane ; così limitato, così piccolo dinnanzi alla grandiosità della natura dell'improvvisazione jazz.

Ah, che sensazione divina questa musica che inebria i sensi al pari del vino.
Ma l'anima è una cosa a sé, e come tale ha bisogno d'esser curata.
Se questa non può godere dell'eccitazione jazz, muore all'istante.
Se il jazz non entra dentro, nel profondo dell'anima, questa cessa d'esistere, abbandonandosi al vile corpo, inerme ; al vile corpo limitato dalle fattezze umane.
Perché, d'altronde, cos'è un corpo senz'anima ?
Un cadavere.
Inutile, sporco e freddo. Immobile.
E un'anima senza jazz è aria che non c'è perché non si vede, non si sente.
E' niente, e ciò è male. 

lunedì 22 ottobre 2012

Sueño

Estoy seguro de que hay errores, entonces os pido perdón.





Sueño

El soplo de tu alma,
la búsqueda de tus ojos,
el amor de tus labios,
la locura de mis manos.

Voy buscándote sin pararme,
voy corriendo hacia
el viento,

que me lleve a
tu hogar,
eso se le pido.

Te veo sonriendo,
con esa carita de niña,
tus labios abiertos me
llaman

y yo me vuelvo loco.

Quiero poseer tu corazón,
quiero respirar tu perfume
de amor,
ese olor mágico

que me vuelve loco.

Tus ojos se quedan
en mi mente,
y yo voy buscándote :

para que tus ojos sean míos ;
para que tus labios lo sean ;
para que pueda darte un beso,
y luego escapar.

sabato 6 ottobre 2012

Vaneggiando

Vicino a me un incenso si spegne bruciandosi lentamente.
Della musica jazz accompagna i miei pensieri, che velocemente si trasformano in parole.
Ho trovato quella pace dei sensi che tanta gente cerca invano.
Un pò di musica e qualche trucco orientale che mi rende sereno.
In pace con il mondo.

E' una sensazione che va provata almeno una volta nella vita, perché questa è la base di ciò che potrebbe aspettarci poi.
Non posso certo sapere come sia, ma credo che nel Paradiso avvenga qualcosa di simile.
Tanta musica leggera, che tranquillizza gli spiriti, e profumi stupendi, dolci e soavi.
Dio, se solo potessi conoscere cosa mi spetta...

L'incenso si spegne sempre più lentamente, mentre il sole cade all'orizzonte,
lasciandomi solo.
E' proprio vero che la solitudine, a volte, depura il corpo e l'anima.
Ah, se solo avessi qui con me qualche goccio di vino...

Credo che andrò a cercare un pò di whiskey ; non mi piace affatto, ma è
ciò che qui manca.

Ma ci pensate ? Tanto jazz, il profumo dell'incenso di papavero e un goccio di whiskey :
è la pace dei sensi e io l'ho trovata.

Anche se per poco.



venerdì 14 settembre 2012

Bacco

Ho chiesto a Bacco che mi aiutasse a scrivere.
Lui ha risposto "Presente" ed eccolo, è appena arrivato.

Bacco è qui vicino a me che m'osserva, mi fissa dritto negli occhi.
E' un'ispirazione vivente, è l'ispirazione e basta.
E' potente, più potente di qualsiasi altra cosa o essere vivente.
Bacco m'ispira, mi prende per mano e mi porta lontano.

Mi porta tra le fantasie più remote, mi mostra la grandezza dell'universo e dell'inconscio.
Bacco è potente, perché m'ispira e mi porta via.

Mi porta nei meandri della mente, fa uscir fuori ogni cosa.
Mi inebria i sensi, mi sovrasta, mi spinge a destra e a manca.
Bacco è il motore della fantasia, lui è tutto ciò che mi ispira,
è tutto ciò di cui ho bisogno quando voglio scrivere.

E' con Bacco che posso amare. Solo con lui.
E' solo Bacco che mi fa amare. Senza di lui sarei un uomo qualunque,
un corpo vivente eretto senza cuore né mente.
Bacco mi fa amare ed io amo il mondo, amo la gente, amo la vita
se sono con lui.

Grazie, Bacco.
Con te riesco a scrivere, a vivere ed amare.

Bacco, non lasciarmi.
No, non adesso. Non lasciarmi.

Ecco, Bacco è andato.
Mi ha salutato sorridente, anche se un pò sbiadito.
Anzi, forse no. Tutto intorno a me, adesso, ha dei contorni precisi.
Tutto, intorno a me, ha un motivo, una ragione, un perché.

Prima, invece, era solo fantasia, era solo immaginazione.
Ecco, Bacco è andato.

Ed io, adesso, non so più che scrivere.

martedì 14 agosto 2012

Nonluogo

Vi è mai capitato di provare un senso di tranquillità e pace in luoghi come aeroporti, stazioni o centri commerciali ?
Vi è mai capitato di apprezzare quella sensazione di appartenere ad una massa amorfa, in continuo movimento ( un movimento privo di logica ), ma comunque presente, realmente esistente ?
Probabilmente sì. D'altronde, viviamo in una società che della massa fa il proprio punto cardine.
Ma si può essere felici in certe circostanze ? O meglio, si può, almeno, provare un senso di benessere ?

A me è capitato più volte. Da anni ho pensato a questa sensazione che coinvolge, che prende l'anima e il corpo e che fa stare bene. Amo gli aeroporti, amo le stazioni, amo tutto ciò che mi collega con tanti altri esseri umani, pur in assenza di un contatto fisico o comunicativo.
Il fatto che attorno a me vi sia gente ( proprio come il sottoscritto ), in cerca di un perché ( o semplicemente occupata dai mille impegni quotidiani ) mi rende allegro e spensierato.

E' una sensazione che si assomiglia a quella del vivere quale "cittadino del mondo". 
Trovarsi in una stazione, insieme a tanta altra gente, mi ( ci ) qualifica quali cittadini del mondo. 
Anche se abbiamo percorso brevi tratte.
Il punto è che immergersi nel mondo, insieme a persone che non conosciamo, significa viverlo, significa apprezzarlo.
O forse no ? 
Magari è solo una mia impressione...

Ma come dicevo, a volte, sin dagli anni più infantili, ho provato piacere ( un piacere vero ) nell'assistere all'arrivo di autobus stracolmi, osservare la gente che giunge a destinazione e poi scompare, lasciando un senso di vuoto proprio in quel punto in cui prima il vuoto stesso era morto.
Per non parlare dell'attesa in aeroporto : da buon osservatore quale sono, ho sempre apprezzato le ore che mi separano dal volo perché è lì che si "conosce la gente".
Una conoscenza visiva ( al massimo ci si scambia qualche parola ), ma pur sempre ricca, importante per lo sviluppo umano.
E da osservatore, mi piace guardare la gente, scorgerne i comportamenti, i sorrisi, le parole.
E le fattezze, sia chiaro.

Ecco, è proprio in questi nonluoghi che scopro una parte di me spesso nascosta, assopita.
E' proprio in questi nonluoghi che vivo il mondo. 
Che vivo.
Oggi ho scoperto che quel senso di piacere ha un perché, ha una spiegazione almeno filosofica.
E' il nonluogo, e negli anni novanta ne parlava un famoso antropologo francese.

Spesso sono convinto che certe cose mi giungano alla mente per osmosi o, forse, per un meccanismo al quale non so dare una spiegazione valida.
So una cosa ( o magari la provo ) e penso di essere l'unico essere vivente a conoscerla.
Poi ne vien fuori che qualcun altro, ben più colto del sottoscritto, ha scritto libri, ha centrato la propria vita su studi attinenti a tale argomento.
E allora non so quale sentimento tra l'angoscia e il vivere il mondo prenda il sopravvento.

venerdì 20 luglio 2012

Esibizionisti


I giovani d'oggi sono morti che camminano.
Ma non nel senso in cui un uomo ben più colto del sottoscritto descrisse se stesso.
Pace all'anima sua.
I giovani d'oggi sono morti dentro, dentro all'anima. Ed in fondo al cuore.
I giovani d'oggi non hanno più alcun interesse che non vada oltre il proprio esibizionismo.
Non tentano nemmeno di scavalcare il muro delle difficoltà, arrampicarsi su di esso e poter osservare la vita.
No, i giovani d'oggi non ci provano più. Vedono quel muro, l'osservano per qualche secondo, e poi tornano, prepotenti e attenti, ai propri cellulari.
Sono macchine. Siamo macchine.
Macchine che possiedono un cervello troppo piccolo per gli impulsi a cui sono sottoposte, ma fin troppo grande per gente che ormai è morta.
Abbiamo di fronte quel muro che tanto ci complica le cose. Quel muro che è la difficoltà. Quel muro che, una volta superato, ci mostra, in tutta la sua bellezza, la vita stessa.
Eppure non ce ne importa più niente.
Un tempo, i giovani facevano di tutto per arrampicarvisi sopra ed osservare.
Sentirsi soddisfatti di governare quel triste e grigio ammasso di mattoni era, per loro, la vittoria più bella che si potesse mai ottenere.
Ma oggi no, oggi la vittoria sta nell'espressione massima di se stessi.
Un'espressione assolutamente falsa, un'espressione che non ci assomiglia per niente, né, per di più, ci rappresenta.
Siamo sì noi stessi, ma nel modo in cui la società ci vede e vuole che ci mostriamo.
E' esibizionismo chiaro e puro. E' a ciò che tutti noi puntiamo, è a ciò che tutti noi ci rivolgiamo.
Se non ci esibiamo d'innanzi al mondo, ci sentiamo persi, insignificanti, quasi inesistenti.
E' proprio contro questo esibizionismo che i giovani d'oggi devono alzarsi e protestare.
Devono alzare le teste dai propri cellulari, dai propri aggeggi elettronici e mortali, e dire di no, dire che non ne vale la pena.
Non vale la pena di morir come macchine, praticamente logore e sfiancate dalle innumerevoli fatiche che noi stessi ci creiamo e di cui il corpo non ha nemmeno bisogno.
Sì, perché esibirsi e raggiungere posizioni elevate costa fatica, un'enorme fatica.
E al raggiungimento dell'apice che sarà facile ottenere ancor più successo.
Ma, fino ad allora, l'esibizionista apprendista dovrà comportarsi come i suoi coetanei, fare di tutto perché si assomigli ad essi ; dovrà pur parlare alla stregua degli amichetti, per non parlare della musica : musica che è omologata, omogenea e monotona. Una musica che accomuni questo spicchio di società che spicchio ormai non è.
L'esibizionista apprendista, dicevo, ha davanti a sé una sfida che è fatta di innumerevoli fatiche. Vogliamo parlare dell'abbigliamento ? Ma è scontato : omologato, omogeneo, monotono...
Per fortuna, la società d'oggi, grazie anche alla globalizzazione e al capitalismo sfrenato, ha reso possibile che tale omogeneità sembri comunque eterogenea.
Ci sono talmente tante possibilità di apparire identici pur scegliendo il diverso.
Pensiamo alle scarpe, ad esempio. Sono tutte uguali, eppur allo stesso tempo diverse.
Per questo, se parlerete con un esibizionista apprendista, gli sentirete dire che no, lui non ha scelto quelle scarpe per imitare qualcun altro, ma solo per “virtù” propria.
E' la vittoria della società, tutto ciò. E' la vittoria delle mille sfaccettature ( tutte omogenee, ovviamente ) di cui è composto il mondo d'oggi.
Per questo, anche se apparentemente diversi, questi esibizionisti, in fin dei conti, sono tutti uguali.
E quale dramma, quale tristezza l'osservare come questi esseri non s'accorgano di quanto siano identici.
Ma come fanno a non vedersi ? Come fanno a veder oltre ?
Li vedi in faccia e sono tutti uguali. I capelli, altrettanto.
Sbirci gli sguardi che escono da quegli aggeggi fotografici, e non puoi che scuotere la testa, rinnegare l'evoluzione umana.
Sono tutti uguali, tutti identici.
Eppure no, per loro non è affatto così. Ogni componente esibizionista è diverso dall'altro.
E allora sapete che vi dico ?
Che è vero, è tutto vero. Siete diversi, siete dei poeti della diversità, dell'eterogeneità.
Certo, siete poeti materiali, poiché di cose false e non immortali vi circondate l'anima e la vostra stessa vita.
Ma, sarà, questa è una nuova tecnica priva di versi.
Sì, siete poeti del diverso. Quel diverso che non vi appartiene, poiché è proprio alle sfaccettature omo-eterogenee del mondo a cui vi appellate che vi riempite l'orgoglio vuoto.
Proprio come le vostre anime. 

mercoledì 4 luglio 2012

Ti amo


Ti amo,
come le rose di maggio
liberano il proprio profumo
nell'aria,
io ti amo.

Ti amo,
come pioggia dolce
che scende giù dal cielo,
ti bacia il viso incantato,
io ti amo.

Io ti amo,
dono a te il mio cuore,
mia adorata,
e quivi dico soltanto :
ti amo.

Io ti amo,
come le stelle nel cielo
si stagliano in lontananza,
in un disegno divino
che è il mio “ti amo”.

Ti amo,
perché tu sei la mia vita,
la mia gioia e il
mio dolore,
sei il mio destino.

Amo te come non ho amato
mai.
Amo la mia principessa
che tanto m'ama,
la mia stella.

Ti amo,
e tutto ciò basta.








martedì 3 luglio 2012

Notte


Il silenzio della
notte mi parla
sottovoce.

Ascolto i suoni
di voci lontane,
melodie di strumenti
divini.

E tu Luna,
amica vagabonda,
illumini la
mia anima chiusa.

Le nuvole si aprono
al suo passaggio.
Le stelle nascondono
la propria lucentezza.

La Luna è la regina del cielo :
ed essa mi
narra di storie
magiche.

Di questi
silenzi notturni :
che profumo di
Morte ed oscurità !



sabato 2 giugno 2012

E'

Buio :
il profumo del nulla
si mescola alla fragranza
del tutto,
ed è

Luce :
odori d'estate
si mescolano agli orrendi
ricordi invernali,

ed è

Gelo :
la solitudine
dello sconfitto,
la tristezza dell'innamorato
perso,
è

Vento :
ali di malinconia
aleggiano nell'aria
libera,
ed è

Sole :
parole scomposte
si uniscono a versi
irrisolti,
mentre allegro un
bambino gioca e va,
è

Primavera :
senti le emozioni
venir fuori dalla terra ?
O è solo la dolce
apparenza della Natura ?

Ed è ancora Luce.
E' ancora Vento,
e poi Gelo.
E' Primavera che
accoglie il Sole,
Sole che muore e
tace.

E' Sole, Buio, che
non da pace.



lunedì 21 maggio 2012

Metro

In moltissimi dei libri contemporanei è possibile riscontrare una caratteristica comune.
Non so se sia solo una coincidenza o meno, ma molti autori amano descrivere, pur per il semplice scopo di "spezzare" la trama, momenti in cui il protagonista si ritrova nella metropolitana, assorto, pensieroso, o semplicemente curioso.
C'è il personaggio che sale in metro perché sta seguendo ad un altro personaggio.
C'è quello che "osserva" ( da qui "il personaggio osservatore").
Poi c'è quello che è triste, che vuole dimenticare.
Qualsiasi situazione essa sia, la metro è lo spazio in cui i personaggi ritrovano l'io, la pace interiore,
un luogo che permette di scappare dalla vita ecc.

Non capisco. Avete mai provato ad andare in metro ?
Avete mai provato a leggere mentre vi trovate in metro ?
O magari a "spiare" ?

Io non ce l'ho fatta. Non sono riuscito mai a leggere, né a spiare ( se non una bella ragazza ).
E' impossibile scrutare il proprio io poiché la metro è uno dei luoghi più chiassiosi e sporchi che
esistano al mondo. Inoltre è impossibile scappare dalla vita reale perché la metro stessa pullula
di vita reale. Di vita.
C'è chi sale, chi scende. Chi ride e chi ascolta della musica.
C'è di tutto. Non puoi allontanarti un istante da questo mondo, altrimenti sei fritto : scendi alla prossima fermata.

A me sembra che la metro sia il luogo in cui l'essere umano è più cupo, triste.
Perso.
E' perso nella nullità del suo stesso essere. Quella nullità che è mille volte più grande perché vede,
attorno ad esso, centinaia di esseri identici a lui.
E' perso perché è lì che si pensa spesso alla propria vita, alla propria giornata.
E' un luogo in cui riflettere, la metro, e spesso negativamente.

E' un luogo triste perché è ricco di gente triste.
Beh, ovviamente si tratta di ciò che ho visto io.
E ciò che ho visto è tanta gente morta dentro.


Una creazione di Asaf Hanuka mi ha dato l'ispirazione per questo intervento ed esprime chiaramente ciò che penso.


martedì 15 maggio 2012

Ancora Arte.

L'arte che mi circonda,
l'arte che mi culla.

La lettura che mi addormenta,
immerso tra le infinite parole
di libri immensi,
di storie sconosciute,
di fiabe irrealizzabili.

La musica mi accompagna
nel percorso dell'Arte,
che è tutto ed è Vita,
che mi accompagna
in questo percorso fatto di scale,
di note e ritornelli.

La mente che volge lo sguardo
all'Assoluto.
Il cuore che s'innalza alla
Perfezione divina.

Divina come l'Arte.
Arte che è Divina.

Come poter farne a meno ?
Come poter vivere senza ?




Probabilmente qualcuno mi prenderà per pazzo, ma che importa ?
Questi sono versi spontanei, un pensiero che si è tramutato in parole.
Non una poesia ( non ne sarei capace ), ma sicuramente un gesto che le si avvicini.
La lettura e la musica mi hanno spinto a questa rivelazione.
Magari avrò tradito un'intimità fatta di sensazioni ed emozioni, ma che importa ?
L'Arte va condivisa. E l'amore per questa altrettanto.

venerdì 11 maggio 2012

A mio fratello

Dal profondo dei suoi occhi
vedo l'innocenza dell'infante.
Il suo sorriso mi mozza il fiato,
la sua gioia di vivere mi rallegra.

Se lo osservo parlare, mi sembra
di vivere in un mondo in cui
non vi è guerra, ma solo pace.
Armonia, serenità. E amore.

Le sue mani piccole,
quei capelli birichini,
l'insaziabile dolcezza del bambino,
ogni suo gesto è

il motivo per cui andare avanti, 
per cui sperare in meglio.

Dal profondo dei suoi occhi
scorgo la gioia quando mi vede.
Noto l'allegria per un abbraccio
ricevuto, la vergogna per un complimento
di troppo.

Dal profondo dei suoi occhi
posso intravedere l'uomo che sarà.
Il mio dolce compagno di vita.
La mia instancabile spalla.

Scorgo in lui una copia di ciò che sono,
ma forse un pò più bella.

sabato 14 aprile 2012

Odor di morte

Provo invidia per la gente che muore.
Provo invidia per la gente che lascia questo mondo.
Un mondo che è immondizia, spazzatura.
Un mondo che è merda, che puzza di letame.
E che puzzerà sempre più, senza alcun pudore.

Provo invidia per la gente che saluta questa vita.
Una vita fatta di sacrifici, di dolori,
di sofferenze.
Provo invidia per questa gente,
ma non per la morte stessa.

Invidio la gente che ci abbandona perché
con quell'ultimo battito di vita,
quell'ultimo sospiro di sollievo,
quell'ultima ventata di freschezza,
dicono addio ad ogni sofferenza ;
dicono addio ad ogni dolore ;
dicono addio e se ne vanno,
perché è giusto così.

La gioia vissuta negli anni più belli,
la libertà della gioventù,
le risa da ribelli :
niente potrà contenere lo spirito contento
di uccelli in cielo
che quest'uomini,
all'abbandonar la Terra,
disegneranno nel manto blu
dell'infinito celeste.

sabato 24 marzo 2012

Stop !

E' da una vita che non scrivevo qualcosa.
Il problema è che da due settimane non ho più tempo.
Nemmeno quello necessario da dedicare a me stesso.

Vivo in una condizione di fretta, di corsa continua, di perdite di tempo.
Perdere il tempo è qualcosa che non può essere perdonato.
Perdiamo il nostro tempo in chiacchiere inutili, in pensieri distruttivi.
Oppure perdiamo il nostro tempo in facoltà e classi decisamente superflue.

Non mi piace parlare di ciò che faccio, o scrivere qualcosa vicino alla politica
o all'attualità : potrei aprire un altro blog per far ciò.
Il fatto è che studio in un'università che lascia marcire una facoltà importantissima
(la mia, guarda caso ) e costringe gli studenti a seguire 8 materie tutte in una volta.
Ciò comporta lezioni che si accavallano e una vita praticamente spesa fra quelle mura
( a loro volta in decadenza ) praticamente 5 giorni su 7, 12 ore su 24.

Non sto scherzando, non mi sto lamentando.
E' un problema che va ben oltre l'organizzazione.
Il mio caso, infatti, è tipico della condizione degli studenti universitari di Catania ( e,
più specificatamente, della mia facoltà ).
Ma con questo esempio voglio (e posso) riferirmi alla vita che ogni singolo essere umano
conduce.
L'essere umano di città, la persona impegnata (di questi tempi, in effetti, è un miracolo).
Tutto ciò che ci tocca vivere, affrontare, sapere : conduciamo un'esistenza volta al conseguimento
di cose più grandi di noi o, semplicemente, di troppe cose.
Siamo persone computerizzate, siamo dei robot : facciamo più di ciò che dovremmo fare (o, in molti casi, il contrario), non c'è un equilibrio, non c'è nulla che ci appaghi.

Viviamo in una società che ci uccide lentamente.
Non sappiamo fare a meno di niente e spesso ciò che è superfluo, accavallandosi con ciò che è importante, diventa nocivo, inutile, dannoso.

Personalmente, non trovo una soluzione a tutto ciò.
Ma il fatto che non trovi il tempo necessario per leggere 10 pagine di un qualsiasi libro, mi spaventa un pò.

P.s. = TEMPO....


domenica 11 marzo 2012

Alle donne


Belle,
come sole dopo la tempesta,
luce contro il buio che soffoca,
aria dentro i polmoni.

Forti,
come il ramo che non si spezza,
che regge alle intemperie del tempo,
forza della Natura che vince sulla Natura stessa.

Attente,
come predatori alla ricerca.
Vigili,
come prede in fuga.

Sensuali,
come il vento d'Oriente sul mio volto,
occhi che trafiggono il cuore,
corpo di stelle che si muove.

Leggiadro.

Dolci,
come candido miele sulle labbra,
tenero bambino che sonnecchia,
ricordo fugace d'una infanzia ormai svanita.

Bontà divina sei tu,
mia cara regina.
Dono del Cielo siete voi,
mie dolci fate.

Che accogliete al vostro mondo
il male di vivere e
che questo male trasformate
in candido oro.

Oro,
che è materia pregiata,
ma ancor di più lo è
il vostro cuore.









martedì 6 marzo 2012

Scriverò

Scriverò frasi dolci per
amanti indifesi,
sarò luce per l'amore
che sboccia,
acqua per il fiore
che nasce.

Urlerò al mondo
le mie dolci parole,
perché l'amore vinca
su ogni cosa
ed ogni cosa sia vittima
della potenza dell'amore.

Bacerò le labbra di
mille ragazze
per assaggiare il sapore del
mondo,
nutrirmi di speranza,
crescere d'amore.

Ed ogni labbra che
gusterò
sarà petalo di voluttà,
spicchio di bellezza,
scintilla d'estasi.

Scriverò frasi dolci per
l'Amore che verrà.
Per quello che non è ancora.
E per quello che non v'è più.






venerdì 24 febbraio 2012

Futuro

Finalmente a casa.
Finalmente nella mia stanzetta, seduto alla mia scrivania, accanto alla mia finestra, sulla mia sedia, davanti al mio letto.
Insomma, finalmente a casa. La mia.

E' triste accettare di dover chiudere un sostanzioso capitolo della mia vita senza aver versato una lacrima, o senza un minimo senso di tristezza.
E' triste che non si provi tristezza ?
Chi lo sa. Ciò che è certo è che sto per scriverne un altro ( capitolo ) e voglio farlo al meglio.
Un saluto ai miei amici spagnoli e alla Spagna in generale, che mi ha accolto piuttosto bene ed in cui ho potuto vivere cinque mesi che sicuramente non dimenticherò mai.

Ma ciò che mi affligge in questo periodo non è riferito alla Spagna, né al mio progetto Erasmus appena concluso.
Penso spesso al futuro o, in maniera più specifica, alla nostra vita nel futuro.
Un futuro breve, un futuro che si tratta di qualche ora, o al massimo qualche giorno.

Le morti di genti vicine e meno vicine, poi, mi fanno pensare ancor di più.
Saremo qui tra un'ora ? E domani sarò ancora qui ?
Oppure è tutto scritto ? Oppure c'è qualcuno ( o qualcosa ) che sa già quando moriremo ?
E cosa faremo ?

Sembrano quesiti piuttosto inutili e senza senso, eppure la mia mente non fa altro che ripetermi che certe cose accadono per davvero.
La morte è un traguardo che è raggiungibile da ognuno di noi. C'è chi lo raggiunge prima, chi dopo ; chi lo fa felice e chi un pò meno.
E questo lo capisco perfettamente.
Ma il pensiero che tutto ciò possa accadere in un momento indescrivibile, in un momento a noi sconosciuto, mi terrorizza.
Odio quando la gente muore nel bel mezzo della giornata : una certa persona si sveglia, fa colazione e va a lavoro. Poi, dopo qualche ora, muore.

No, non va bene. Bisognerebbe morire nella notte, oppure prima di svegliarsi.
E' brutto pensare che la gente viva prima di morire.
Ma forse sto degenerando...

Ebbene, mi opprimono certi pensieri : " E se domani tocca a me ? "
" E se fra un'ora mi succede qualcosa ? "
" E se succede a qualche mio amico, o ad un mio parente ? "

In ogni caso, il nemico primo da battere è sempre lui : il tempo.
Ma forse, da oggi, anche la mente...



martedì 14 febbraio 2012

Io e l'albero


Io lo vedo come un segno, come un simbolo.
Così come i simbolisti vedevano nelle parole della poesia immagini da scoprire,
immagini che solo il poeta poteva scoprire, io trovo nella scena che ho davanti un altro di quei simboli che solo io riesco a capire, ad intendere.
Per carità, non che io sia un poeta.
Ma lasciatemi godere di questo piccolo momento di vanità, lasciatemi immaginare, almeno per un solo istante, che ciò che penso sia vero, che quest'immagine non sia altro che me, ma nella forma, per l'appunto, di una mera e semplice immagine.

L'albero che stanno potando qui davanti alla mia finestra sono io.
Quest'albero esisteva sin da prima che io arrivassi in questa città spagnola ed ha vissuto con me in tutti questi cinque mesi.
Adesso, però, sta crollando sotto i colpi di una normalissima motosega, sta dicendo addio ai suoi rami, al suo verde immenso, nonostante l'inverno ormai inoltrato.
Io vado via questa domenica. Io ho vissuto questi cinque mesi assieme a lui.
Io lascio questa città a breve. Lui l'ha lasciata oggi ( salvo il tronco, è chiaro ).
Non vi basta ? Non è già sufficiente ?

Ecco, io trovo in tutto ciò l'immagine di me stesso che vive e sopravvive qui, per tutti questi lunghi cinque mesi, ma che poi è costretta ad andar via, perché il tempo passa, perché è proprio il tempo di farlo.
Così come è il tempo di potare un albero, questo è pure il tempo di lasciare questo posto, di lasciare qualcosa di mio a questa città.
L'albero donerà i propri rami, io forse niente, ma almeno posso dire di avervi lasciato un bel po' di soldi.

A dire il vero c'è qualcosa di più : qui ho lasciato risate, pianti, tristezza e gioia.
Qui lascerò una parte di me, cinque mesi di vita che ho affrontato altrove, lontano da casa e dalla mia famiglia.
Ebbene, così come l'albero, lascio qualcosa di mio a questa città.
In un modo o nell'altro, io e l'albero lasceremo qualcosa.
E ciò voi come lo chiamate ?

lunedì 13 febbraio 2012

Istante

Musica.
Amici. Caffè.
Felicità. Serenità.

E' un attimo, è qualche istante.
Quanto durerà ?

Fuori quasi piove.
Ed io esco, uscirò.
Voglio pulire la mia mente
e il mio corpo
da ogni male.

lunedì 6 febbraio 2012

Mondo

Cos'è il mondo ?
E cosa significa viverlo ?
Vivere il mondo. Suona un pò strano, non è vero ?

Il mondo è un luogo in cui milioni di persone si amano e si odiano ; collaborano o combattono ; si aiutano o si uccidono. E' un luogo variopinto, diverso per migliaia e migliaia di sfaccettature, tutto da scoprire ( anche se praticamente impossibile ).
Vivere il mondo significa viaggiare, godere di questo luogo fantastico, almeno finché e per quanto si può.

Questa esperienza in Spagna mi ha permesso di vivere il mondo e di conoscerlo.
Cioè, di conoscerne solo una parte.
Stare con gente che parla una lingua differente e abituarti a parlarla, a farla tua, aiuta tantissimo a vivere il mondo.
Ed io l'ho fatto.
Tornare a casa la sera pensando  " Ma ho davvero parlato in una lingua diversa per tuta la serata ? " ti fa capire che ciò che stai facendo è giusto, che stai conoscendo il mondo.
Così com'è.

Nonostante le tantissime sofferenze che ho dovuto patire, tra nostalgia, malinconia e malessere fisico, vivere lontano da casa e in un Paese straniero mi ha aiutato tantissimo e penso che ne sia valsa la pena.

Se un giorno non lavorerò, se un giorno non farò ciò che sogno oggi, se un giorno...se un giorno non sarò nessuno e la mia vita farà schifo, beh, potrò sempre pensare di aver conosciuto parte del mondo ed aver imparato a viverci dentro.
A viverci per davvero.


mercoledì 1 febbraio 2012

Dualismo

L'essere umano è fatto per vivere in compagnia.
Non siamo adatti alla vita del solitario, della solitudine costante, dell'oblio del vuoto.
Abbiamo un fortissimo bisogno ( è un desiderio innato ) di compagnia.

Guardate, osservate il nostro corpo.
Due orecchie, due occhi.
Due mani, due braccia.
Due gambe, due piedi.
Un naso ? Due narici.
Una bocca ? Due labbra.

Il cuore è uno, direte voi. E per fortuna !
Non si soffre già abbastanza con uno solo ?

Gli occhi, invece, sono due perché non potrebbe essere altrimenti.
Abbiamo due punti di vista, così come in una coppia di innamorati.
Gli occhi vedono le stesse cose, ma solo da una prospettiva differente.
Così, in una coppia, che vede sempre la stessa cosa ( l'obiettivo di restare insieme
il più a lungo possibile ), è possibile ( e anzi è vera ) l'esistenza di prospettive, idee, pensieri diversi.

Nonostante ciò, come detto, gli occhi sono due. E gli elementi di una coppia lo sono altrettanto.
Sono contigui, sono separati, sì, singoli ; ma uniti da uno stesso scopo, da una identica funzione.

Insomma, noi nasciamo soli, noi nasciamo come singolo individuo.
Ma nel mondo, qui dove viviamo noi, c'è sempre una persona con la quale ci uniremo.
Con la quale, attraverso la propria "individualità", riusciremo a perseguire quello scopo che ci ha
spinti ad unirci.




L'essere umano è fatto per vivere in compagnia.
Solo, non riuscirebbe mai a raggiungere nemmeno il più semplice degli scopi della sua esistenza : vivere.

venerdì 27 gennaio 2012

Violenza

Oggi è un giorno particolare.
E' quel giorno in cui, puntualmente, ogni anno, ricordiamo una strage compiuta non troppi anni fa.
Una strage che definire umana è un eufemismo.
Erano esseri umani quelli ?
Quale essere umano rinchiuderebbe per anni un suo simile in un campo di concentramento ?
Per non parlare delle condizioni in cui le vittime vivevano.
Una strage, ecco cosa fu.

Tuttavia, dopo quasi settant'anni, viviamo in un mondo in cui ideologie come quelle
che causarono la suddetta strage esistono ancora ; un mondo in cui proprio queste ideologie, spesso, riescono a fuoriuscire dalla fogna nella quale vengono concepite.
Ancora, dunque, un'altra strage.
Una strage culturale, una strage sociale.
Una strage che colpisce tutti noi, ma forse in maniera più indiretta.
Perché se accettiamo che vi sia gente in grado di odiare alla stessa stregua di quei maledetti "uomini", significa che abbiamo dimenticato.
Anche noi, che scriviamo poesie, ricordi e pensieri.
Se accettiamo che oggigiorno quelle stesse vittime si sono trasformate in assassini, beh,
non abbiamo più alcuna speranza.

Oggi voglio ricordare le vittime ebree attraverso il dolore, la sofferenza e la morte della gente palestinese.
Ma la cosa più dolorosa è che questa gente palestinese è vittima della violenza ebrea.
Un paradosso storico ?
No, semplicemente violenza.
Una violenza che, anche oggi, non è attribuibile all'essere umano.

E allora riflettiamo, pensiamo.
Dove viviamo ?
" Is this the world that we created ? ".

Non dimentichiamo le vittime della violenza.



lunedì 23 gennaio 2012

Freddo.

Strade desolate,
silenzio innocente
attorno a me.

La luce di un lampione
spezza in due la nebbia
fittissima.

Il freddo si impossessa
della mia schiena :
la irrigidisce, io tremo.

Gelido vento
entra dentro,
sino al cuore.
Fredda anima,
freddo corpo.
Freddo, è ciò che sento.




domenica 22 gennaio 2012

Che strano.

In certi momenti della mia vita mi capita di pensare spesso a quanto inutili, piccoli e insignificanti siamo, noi esseri umani ( beh, parlo per noi esseri umani normali ). Viviamo in un pianeta immenso ( anche se a stento può contenerci),  eppure non vi è mai capitato di riflettere, di immaginare un posto, una città, una nazione e pensare quanto si è lontani.
Ad esempio, quando mi trovavo a Catania mi capitava spesso di pensare, per esempio, alla Spagna, ma anche a Roma, o, che ne so, a New York. E pensavo che lì c'è vita, che li la gente vive la propria esistenza. Però noi non sappiamo nulla di quella gente, né questa conosce noi. Ed è "strano" pensare che dietro ogni essere umano che vive a distanza così elevata ci sia un passato, una vita già vissuta : ci siano ricordi, pensieri, emozioni.
Probabilmente mi prenderete per pazzo.
Il fatto è che tutto ciò è così ovvio che a me sembra strano.
Il fatto è che noi siamo troppo abituati a vedere la vita nel nostro piccolo spazio ristretto di amici e parenti.
Eppure sarebbe fantastico rivolgere, ogni tanto, un pensiero alle persone che ci sono lontane, che non conosciamo, ma che insieme a noi vivono in questo pianeta.

Ora mi trovo lontano da casa ed osservando la foto di una mia amica ho pensato : ecco, lei vive dove fino a qualche mese fa vivevo anch'io, eppure non conosce la realtà che sto vivendo, né io e lei conosciamo la realtà ( che ne so ) di una città come Lisbona, Praga, Londra.
E' come se avessi il sogno di poter conoscere tutti, conoscere le vite di ogni essere umano.
E' una sorta di solidarietà "umana" a livello planetario.
E' un'utopia, una pazzia. Ma io ci sono già abituato.






sabato 21 gennaio 2012

Riflettendo.


La Vita è la foto di noi stessi : guardiamo il passato grazie ad essa e con occhi carichi di lacrime ridiamo o piangiamo delle gioie passate, pensando ad un passato che quasi sempre è migliore del presente.
La vita è pertanto una foto perché entrambe si rivolgono al passato e da esso dipendono.
La vita è una foto perché è al presente che guardiamo indietro, ma sempre resterà qualcosa di sconosciuto : il futuro.
Né la vita né la foto possono rappresentare l'avvenire.
Eppure, sia la foto che la Vita sono le basi del futuro. Ed esso non è altro che la conseguenza della vita ( della vita di ognuno di noi ) : proprio come ogni reazione diversa ad una foto scattata in un presente passato.




martedì 17 gennaio 2012

Secondo me... ( rivoluzione ? )

In questi ultimi giorni vi è in atto una protesta generale in Sicilia.
Il "movimento dei forconi" è il promotore di tale protesta che sta bloccando tutto quanto è possibile bloccare : porti, caselli, autostrade.
Io, che attualmente vivo lontano dalla mia terra, non soffro dei disagi che potrebbe causare questa protesta, né godo dei privilegi di cui potrei parlare se mi trovassi in mezzo a questa gente incazzata, stufa e che, finalmente, esce in strada a protestare.
Domani sarà il terzo giorno di protesta e già si legge dappertutto che molta gente non può raggiungere università, scuole e quant'altro.
Mi dispiace : la colpa non è vostra e non dovreste essere colpiti dall'ondata della protesta (il diritto del lavoro, dello studio è un elemento importantissimo che non deve mai mancare ), ma abbiate pazienza. E se potete, scendete per strada a protestare.

C'è però qualcos'altro che mi turba e che mi fa incazzare non poco.
In Italia amiamo prenderci in giro autodefinendoci come dei pecoroni, degli amanti della tv e del pallone, sempre alla ricerca di scorciatoie ( spesso illegali ) che ci facilitano la vita ecc ecc.
In effetti non sbagliamo : non solo la casta politica rispecchia pienamente quanto detto, ma gli stessi elettori ( ovvero noi ) non sembrano molto scandalizzati dalla situazione in cui si trovano.
Finché c'è il lavoro, la benzina può costare anche 2 €.

Adesso, però, molta gente ha deciso di dire basta e per far ciò, come è normale che sia in uno Stato democratico, ha indotto una protesta. Protesta che, come sempre più spesso accade, si è riversata sulla strada.
Fin qui niente di anormale.
I due punti cardini ( che sono quelli per cui mi incazzo come una bestia ) sono però altri :
1) poca informazione a livello nazionale ( come per i terremoti, d'altronde )
2) una credenza diffusa che all'interno della protesta vi sia il movimento di Forza Nuova ( movimento di estrema destra ).

Nel caso del primo punto, beh, c'è ben poco da fare : sappiamo bene che il giornalismo in Italia mai è stato libero e mai lo sarà. Certo, un bel colpo in testa a tutti i fantomatici giornalisti non glielo toglierebbe nessuno. Che vadano a ripassarsi il codice deontologico, accidenti !

Il secondo, invece, è ben altra cosa. Qui si raggiunge il culmine dell'incazzatura.
E voglio trattarla attraverso dei punti interrogativi :
Possibile che ogni cosa accada in Sicilia è frutto di dubbi, incertezze e diffidenza ?
Ammesso che Forza Nuova partecipi alla protesta, dove minchia è finita la sinistra ?
E a proposito, perché divulgare notizie che al momento non sono state confermate ( guardare il link più sotto ) ?
Non capisco perché una rivoluzione narrata da un autore siciliano importante sia diventata un'opera famosissima, ed una che accade ai giorni nostri debbe essere trattata come una mera azione confusionaria in cui agiscono mafiosi, fascisti ed ignoranti.

Il problema dell'Italia sono gli italiani stessi.










 Ecco il link :
http://www.facebook.com/notes/exkarcere-palermo/palermo-centri-sociali-al-fianco-dei-forconi-in-lotta/232171970195738

sabato 14 gennaio 2012

E' questo un uomo ?

Mi chiedo come un politico possa dormire sogni tranquilli pensando che con il suo stipendio, la sua pensione e tutti i benefici possibili, non fa altro che gravare sulla vita di un pensionato, di un disoccupato, di un operaio che soffre, che lotta ogni giorno e che, soprattutto, non può che contare su un fondo alquanto ristretto.

Mi chiedo come una persona del genere possa vivere, alzarsi dal letto al mattino e tornarvi alla sera, pensando che per colpa sua vi sia gente che muore di fame, di tristezza. Gente che si toglie la propria vita perché impossibilitata ad andare avanti, sommersa dai debiti, succube di una vita che chiede tanto, troppo denaro.

E' questo un uomo ?



 

giovedì 12 gennaio 2012

Mafia.

Mi fa rabbia pensare che un gruppo di uomini prepotenti possano averla vinta
sulla società civile, sullo Stato addirittura.
Non mi illudo che quest'ultimo sia estraneo ad essa, ma la mafia ( così come la conosciamo oggi )
possiede un potere incredibilmente ampio.
Si aggira tra i quartieri malfamati : è lì che recluta nuovi elementi.
Poi, però, riesce persino ad elevarsi, ad andare in alto : ed ecco che pure i livelli più "chic", più "in" della società s'inquinano del liquame schifoso che è, appunto, la Mafia.

Non posso sopportare che un gruppo di gente armata possa impedire ad un commerciante
di vendere la propria merce e guadagnarsi il proprio pane.
Non posso accettare che qui da noi non sia possibile una società giusta, dove
le imprese fanno affari leali e si contendono il mercato come è giusto che sia.

E non è tutto.
Non sopporto che sempre più nuove generazioni rischino di essere inglobate
dall'ignoranza, dalla violenza e dalla prepotenza in cui la mafia sguazza tranquillamente
e di cui si nutre.
In ogni bar in cui entri, in ogni negozio al quale ti rechi non puoi far altro che sentir odore
di mafia.

Posteggiatori abusivi che ti costringono a pagare.
Il pizzo che ti salva la vita.
Canzoni che ispirano alla violenza.
Un'istruzione che manca ed una che è corrotta, che è sbagliata.

Non sopporto tutto questo.
E finché vivrà con essa, con la schifosissima Mafia, questa mia tenera Terra
sarà costretta a soccombere, ad arretrare, a perdere il contatto
con un mondo sempre più avanzato, più lontano.

E tutto ciò per colpa della fottutissima Mafia.
No, non posso sopportarlo.




lunedì 9 gennaio 2012

Amo.

E' difficile scrivere dopo un post come quello precedente.
E lo è di più dopo aver sofferto, pianto, temuto il peggio.
Sono un bambino, mi sento un bambino quando faccio così. Ma non posso farci niente.
Ogni cosa mi lega a qualcuno, ogni cosa mi ricorda qualcuno o qualcosa.

Adesso mi ritrovo nuovamente a Valladolid, lontano dalla mia lei che mi ha accompagnato in questi
20 giorni di vacanze natalizie spagnole.
Tutto perfetto, tutto davvero eccezionale.
Sapevo che al ritorno avrei sofferto, ma, allo stesso tempo, sapevo come sarebbero andate le cose : tutto passa, tutto non dura per sempre.
E anche le vacanze finiscono.

Nonostante ciò, eccomi nuovamente  a soffrire, a star male.
Mi manca terribilmente, mi manca tantissimo.
Ma adesso che l'ho vista su Skype ( ah, uno dei pochi vantaggi di vivere in quest'epoca ), sto decisamente meglio.
E' la luce dei miei occhi, lei. E' la fonte di gioia e di vita. E di speranza, ma anche di futuro.

Grazie amore per mio per avermi confortato, per avermi aiutato e per essermi restata accanto.
Spero tu lo faccia per sempre, finché il destino ( spero che quel momento non accada mai ) non decida di separarci.
Ma io, allora, potrò porre un bel punto finale alla mia storia che chiamo Vita.

Ti amo.

martedì 3 gennaio 2012

Ritorno !

Buon Natale.
Felice anno nuovo.
Buone feste !

Accidenti, mi odio quando non scrivo per tanto tempo. E questa volta ho pure esagerato : è passato quasi un mese, il mese più ricco dell'anno : quello in cui vi sono le feste più importanti e più sentite, quello in cui la gente aspetta con ansia due giorni in particolare, quello in cui tutti cercano di essere più buoni ( ma che sto dicendoooo ? ).
Beh, alla fine mi son detto : devo ritornare a scrivere. E l'ho fatto. Lo sto facendo.
Certo, questo post sembra un pò diverso dagli altri, sarà che ultimamente mi sento più felice e più sereno.
Beh, non proprio. Ma oggi sì.

Comunque, al momento mi trovo in quel di Siviglia, una città fantastica, ricca di viuzze da scoprire, di palazzi arabi, di storia.
Ecco, profuma di storia questa città. Ed anche di merda di cavallo, ma è un dettaglio che tralascerei.
Ho trascorso il Natale insieme alla mia ragazza nella mia freddissima Valladolid : è stato bellissimo, anche se, ovviamente, il Natale fuori casa, lontano dalla famiglia si fa sentire.
Ma la cosa più pazzesca è stato il Capodanno a Madrid.
Quante cose dovrei dire di quel giorno ?
Beh, provo ad elencarle :
1) Stracolma di italiani.
2) Un casino incredibile.
3) Emozioni a non finire al momento delle "Campanadas" sotto "Puerta del Sol".
4) Un'attesa snervante : un'ora praticamente appiccicati ( in piedi, ovvio ) ad altre persone, ma soprattutto l'attesa delle ore precedenti : non vedevo l'ora che arrivasse l'anno nuovo.
5) Una sorpresa niente male : mi sono innamorato di Madrid. Questa città è da scoprire : se ci si va una sola volta sembra una città di merda ; se ci si va qualche volta in più, ti prende e non ti lascia più.
E poi l'ostello con la mia Faby, i botti, il kebab, le strade incasinate dopo la mezzanotte, lo schifo dappertutto, bottiglie per terra : CONFUSIONE allo stato puro.
Certo, la notte ho avuto anche qualche problemino di pancia, ma tutto sommato è stato fantastico.
Per non parlare delle parrucche : Capodanno come Carnevale !!

E adesso son qui. Adesso mi trovo a Siviglia per passare qualche giornata in terra Andalusa ( previste visite a Cordoba e Cadiz ). Probabilmente questo sarà l'unico post vivace per il resto dei prossimi mesi.
Approfittatene !

Ciao !