Oggi è un giorno particolare.
E' quel giorno in cui, puntualmente, ogni anno, ricordiamo una strage compiuta non troppi anni fa.
Una strage che definire umana è un eufemismo.
Erano esseri umani quelli ?
Quale essere umano rinchiuderebbe per anni un suo simile in un campo di concentramento ?
Per non parlare delle condizioni in cui le vittime vivevano.
Una strage, ecco cosa fu.
Tuttavia, dopo quasi settant'anni, viviamo in un mondo in cui ideologie come quelle
che causarono la suddetta strage esistono ancora ; un mondo in cui proprio queste ideologie, spesso, riescono a fuoriuscire dalla fogna nella quale vengono concepite.
Ancora, dunque, un'altra strage.
Una strage culturale, una strage sociale.
Una strage che colpisce tutti noi, ma forse in maniera più indiretta.
Perché se accettiamo che vi sia gente in grado di odiare alla stessa stregua di quei maledetti "uomini", significa che abbiamo dimenticato.
Anche noi, che scriviamo poesie, ricordi e pensieri.
Se accettiamo che oggigiorno quelle stesse vittime si sono trasformate in assassini, beh,
non abbiamo più alcuna speranza.
Oggi voglio ricordare le vittime ebree attraverso il dolore, la sofferenza e la morte della gente palestinese.
Ma la cosa più dolorosa è che questa gente palestinese è vittima della violenza ebrea.
Un paradosso storico ?
No, semplicemente violenza.
Una violenza che, anche oggi, non è attribuibile all'essere umano.
E allora riflettiamo, pensiamo.
Dove viviamo ?
" Is this the world that we created ? ".
Non dimentichiamo le vittime della violenza.
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