Metti un giovedi' mattina, ore 6:30, a Londra.
Metti un'alba di un nuovo giorno qualsiasi, nella East London.
E metti persino un treno diretto verso il centro.
Un treno della District Line, di quelli lenti, colmi di gente, in cui non riesci a trovare un posto nemmeno a pregare.
Sembra di essere al Sud Italia ed invece no, questa e' Londra, questo e' il lato buio della capitale europea.
Il lato "est", per la precisione.
Metti che riesci a salire su quel treno (per puro caso): e' li' che inizia la lotta alla sopravvivenza.
Che
poi in inverno va pure bene, dato che il calore creato da quell'ammasso
di esseri umani ti rigenera dal freddo pungente della mattina inglese.
La
realta', pero', e' che una volta salito su quel treno non puoi far
altro che osservare chi ti sta intorno ed e' proprio allora che capisci,
capisco.
Vedi gente che dorme, gente con le cuffie alle orecchie, gente che gioca al telefonino e alcuni (pochi) che leggono.
Poi ci sono quelli in piedi, proprio come te.
Poche donne, molti uomini, tutti uniti dalla stessa ed identica caratteristica: sono lavoratori.
Proprio
cosi': il lato buio di Londra sta tutto in quel treno che, da Est, si
dirige verso il centro e poi verso Ovest, passando per i quartieri di
lusso quli Westminster, Kensington, Notting Hill.
Gia', ma che ne sanno quei lavoratori della bellezza di una casa comoda e pulita, grande e spaziosa, in pieno centro?
I lavoratori che affollano il treno sono per lo piu' gente dell'Est (che coincidenza!) Europa.
Polacchi,
russi, serbi, romeni, ucraini: e' gente che il freddo lo conosce bene,
cosi' come il lavoro manuale, il lavoro di sacrificio e di dolore. Il
lavoro che conta, perche' e' proprio grazie a loro che quegli stupidi
ricconi di South Kensington hanno un tetto sotto cui dormire.
Lungi
dal voler essere apostrofato quale razzista o xenofobo, la mia
considerazione riguarda una visione un po' piu' umana di questa citta'
che mi ha accolto cinque mesi fa e che tutti conoscono per lo splendore,
per il Big Ben e il London Eye e per la ricchezza in generale.
In
realta', quando si vive in una metropoli quale Londra, non e' difficile
imbattersi in situazioni simili alla mia ed e' proprio cio', a mio modo
di vedere, che ti permette di capire la citta', di conoscerla al meglio
nella vita di tutti i giorni.
Perche' si', in fondo questa non e'
altro che la vita di tutti i giorni: treni colmi, soprattutto all'alba e
al tramonto; gente con i pantaloni e le felpe sporche di vernice e di
sudore e chi piu' ne ha piu' ne metta.
Che piaccia o no, Londra e' anche questa.
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