Finalmente a casa.
Finalmente nella mia stanzetta, seduto alla mia scrivania, accanto alla mia finestra, sulla mia sedia, davanti al mio letto.
Insomma, finalmente a casa. La mia.
E' triste accettare di dover chiudere un sostanzioso capitolo della mia vita senza aver versato una lacrima, o senza un minimo senso di tristezza.
E' triste che non si provi tristezza ?
Chi lo sa. Ciò che è certo è che sto per scriverne un altro ( capitolo ) e voglio farlo al meglio.
Un saluto ai miei amici spagnoli e alla Spagna in generale, che mi ha accolto piuttosto bene ed in cui ho potuto vivere cinque mesi che sicuramente non dimenticherò mai.
Ma ciò che mi affligge in questo periodo non è riferito alla Spagna, né al mio progetto Erasmus appena concluso.
Penso spesso al futuro o, in maniera più specifica, alla nostra vita nel futuro.
Un futuro breve, un futuro che si tratta di qualche ora, o al massimo qualche giorno.
Le morti di genti vicine e meno vicine, poi, mi fanno pensare ancor di più.
Saremo qui tra un'ora ? E domani sarò ancora qui ?
Oppure è tutto scritto ? Oppure c'è qualcuno ( o qualcosa ) che sa già quando moriremo ?
E cosa faremo ?
Sembrano quesiti piuttosto inutili e senza senso, eppure la mia mente non fa altro che ripetermi che certe cose accadono per davvero.
La morte è un traguardo che è raggiungibile da ognuno di noi. C'è chi lo raggiunge prima, chi dopo ; chi lo fa felice e chi un pò meno.
E questo lo capisco perfettamente.
Ma il pensiero che tutto ciò possa accadere in un momento indescrivibile, in un momento a noi sconosciuto, mi terrorizza.
Odio quando la gente muore nel bel mezzo della giornata : una certa persona si sveglia, fa colazione e va a lavoro. Poi, dopo qualche ora, muore.
No, non va bene. Bisognerebbe morire nella notte, oppure prima di svegliarsi.
E' brutto pensare che la gente viva prima di morire.
Ma forse sto degenerando...
Ebbene, mi opprimono certi pensieri : " E se domani tocca a me ? "
" E se fra un'ora mi succede qualcosa ? "
" E se succede a qualche mio amico, o ad un mio parente ? "
In ogni caso, il nemico primo da battere è sempre lui : il tempo.
Ma forse, da oggi, anche la mente...
La muerte es algo que debemos (y tenemos que) aceptar, de otra manera...no podríamos vivir. ¡Un beso, Giovanni!
RispondiEliminaHola So, tienes razón. Quizá la muerte sea el sentido de la vida. Lo por lo que vivimos, por lo que estamos aquí, en este triste mundo. No sé, a lo mejor estoy hablando de cosas tan grandes que tampoco conozco. Pero lo que es cierto es que tienes razón : tenemos que aceptarla. Un beso enorme :)
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