lunedì 22 giugno 2015

Leopardi: tenero amante

Da "Il pensiero dominante"

[...] Tu sola fonte
D'ogni altra leggiadria,
Sola vera bealtà parmi che sia [...].


[...] Bella qual sogno,
Angelica sembianza,
Nella terrena stanza,
Nell'alte vie dell'universo intero,
Che chiedo io mai, che spero
Altro che gli occhi tuoi veder più vago?
Altro più dolce aver che il tuo pensiero?

sabato 20 giugno 2015

Testamento

Quando muoio, voglio che i miei organi vengano donati a gente che lotta per vivere,
perché il senso di vita e di continuità della stessa non venga perduto.
Voglio, inoltre, che le mie ceneri vengano piantate insieme a dei semi da cui possa crescere un albero,
così che la vita si rigeneri ancora una volta e le lacrime della gente accorsa a piangermi
si confondano con lacrime di gioia per la bellezza di un albero appena sbocciato.

lunedì 8 giugno 2015

La nostalgia

Ogni tanto sento delle fitte profondissime e dolore che mi falciano l'anima, mi scuotono la mente e distruggono il mio cuore.
Queste fitte la cui provenienza non conosco, ma la cui consistenza (quella sì) è ben nota, si moltiplicano, aumentano, si fanno sempre più grandi, in uno sciame vero e proprio di dolore che dura un secondo o qualche istante, ma che resta per sempre.
E' la nostalgia.
La nostalgia di tutto quello che è stato e che non è più.
La nostalgia di casa mia, la nostalgia della mia città, la nostalgia dei volti della gente, delle strade consumate, dei tramonti in piena estate e della gioia della natura.
E' una nostalgia che, per fortuna, non sempre si presenta con la stessa potenza e che latita il più delle volte, eppure è lì, sempre lì (lì nel mezzo...).
E' come un vulcano, l'anima mia, al cui interno la nostalgia bolle e ribolle, se ne sta in silenzio e attende il momento giusto per risalire, per esplodere, per sgorgare d'ogni dove.
Già, un vulcano. Non è curioso? L'anima mia è un vulcano e un vulcano cos'è, se non la mia terra stessa? Se non il posto in cui sono nato e cresciuto? Quell'espressione della natura che amo sin da bambino e che mi manca terribilmente?
Così se ne sta un'anima vagabonda, un'anima in cerca di avventure e nuovi posti da vedere e da scoprire.
Così se ne sta quest'anima: con le braccia tese verso l'alto (che è il futuro), ma gli occhi rivolti in basso (che è il passato).

domenica 7 giugno 2015

Come un romanzo

"Quel che abbiamo letto di più bello lo dobbiamo quasi sempre a una persona cara. Ed è a una persona cara che subito ne parleremo. Forse proprio perché la peculiarità del sentimento, come del desiderio di leggere, è il fatto di preferire. Amare vuol dire, in ultima analisi, far dono delle nostre preferenze a coloro che preferiamo. E queste preferenze condivise popolano l'invisibile cittadella della nostra libertà. Noi siamo abitati da libri e da amici.
Quando una persona cara ci dà un libro da leggere, la prima cosa che facciamo è cercarla fra le righe, cercare i suoi gusti, i motivi che l'hanno spinta a piazzarci quel libro in mano, i segni di una fraternità. Poi il testo ci prende e dimentichiamo chi in esso ci ha immersi: tutta la forza di un'opera consiste proprio nel saper spazzar via anche questa contingenza!"

"Il tempo per leggere è sempre tempo rubato. (Come il tempo per scrivere, d'altronde, o il tempo per amare).
Rubato a cosa?
Diciamo, al dovere di vivere.
E' forse questa la ragione per cui la metropolitana - assennato simbolo del suddetto dovere - finisce per essere la più grande biblioteca del mondo.
Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere.
Se dovessimo considerare l'amore tenendo conto dei nostri impegni, chi si arrischierebbe? Chi ha tempo di essere innamorato? Eppure, si è mai visto un innamorato non aver tempo per amare?
Non ho mai avuto tempo di leggere, eppure nulla, mai, ha potuto impedirmi di finire un romanzo che mi piaceva. La lettura non ha niente a che fare con l'organizzazione del tempo sociale. La lettura è, come l'amore, un modo di essere."

"Di tutto, ai libri facciamo subire di tutto. Ma solo il modo in cui gli altri li maltrattano ci ferisce..."

"E' cosa alquanto saggia riconciliarsi con la propria adolescenza, mentre odiare, disprezzare, rinnegare o semplicemente dimenticare l'adolescente che fummo è in sé un atteggiamento adolescente, una concezione dell'adolescenza come malattia mortale".

"L'uomo costruisce case perché è vivo ma scrive libri perché si sa mortale. Vive in gruppo perché è gregario, ma legge perché si sa solo".